Ucraina: una pace per i popoli, non una pace imperiale!

Dichiarazione congiunta di organizzazioni e gruppi ecosocialisti, anarchici, femministi, ambientalisti solidali con la resistenza ucraina e per una ricostruzione autodeterminata, sociale ed ecologica dell’Ucraina – da matrioska.info

Il governo svizzero organizzerà una conferenza internazionale per un processo di pace in Ucraina il 15 e 16 giugno 2024 sul monte Bürgenstock, vicino a Lucerna. Il governo ucraino sostiene questa conferenza.
Questa conferenza avviene in una fase decisiva della guerra. Per mesi, le forze d’invasione russe hanno aperto varchi nelle difese ucraine, ma queste ultime sono riuscite a respingerle, subendo pesanti perdite. La leadership russa ha annunciato una grande offensiva e sta attaccando la popolazione di Kharkiv, una città di milioni di persone.
Tutti sosteniamo i passi necessari per una pace che consenta al popolo ucraino di ricostruire il Paese sulla base di un processo di autodeterminazione. La pace richiede il ritiro completo delle forze di occupazione russe dall’intero territorio ucraino. Con queste premesse, ci auguriamo che la conferenza di pace in Svizzera contribuisca al ripristino della sovranità dell’Ucraina.
Le condizioni per raggiungere questo obiettivo sono estremamente difficili. I rappresentanti del regime di Putin dichiarano regolarmente di non riconoscere un’Ucraina indipendente e negano l’esistenza del popolo ucraino in quanto tale. Il regime di Putin persegue il progetto della creazione di una Grande Russia, sottomettendo con il terrore le popolazioni dei territori occupati e mirando a sradicare la cultura ucraina. Il regime al potere in Russia commette regolarmente crimini di guerra contro la popolazione ucraina.
L’invasione russa su larga scala dell’Ucraina, avviata il 24 febbraio 2022, non rimette solo in discussione l’indipendenza dell’Ucraina. Incoraggia anche altri regimi autoritari a minacciare le popolazioni vicine, a occupare territori e a espellerne massicciamente le persone che ci vivono. Per evitare qualsiasi resistenza interna, l’esercito russo sta reclutando persone dai paesi vicini e dal Sud del mondo da usare come carne da cannone.
Grazie alla massiccia – e sorprendente – resistenza della popolazione ucraina, i governi di Europa e Nordamerica hanno iniziato a sostenere l’esercito ucraino nella sua difesa contro le forze di occupazione russe. Tuttavia, stanno sostenendo l’Ucraina per affermare i propri interessi in seno alla rivalità imperialista globale.
Gli Stati Uniti mirano a indebolire la controparte russa, mostrando allo stesso tempo la propria forza nei confronti di una Cina in ascesa e dettando il ritmo alle potenze europee, le quali sono allo stesso tempo alleate e rivali. Tuttavia, nonostante il Congresso degli Stati Uniti abbia per finire approvato il 20 aprile 2024 un pacchetto di aiuti conseguente per l’Ucraina, bloccato dal Partito repubblicano per nove mesi, il sostegno all’Ucraina è sempre rimasto selettivo e insufficiente. Allo stesso modo, le sanzioni economiche imposte dai governi dell’UE e degli Stati Uniti nei confronti della Russia e degli esponenti del regime di Putin sono selettive, mal calibrate e insufficienti. Non impediscono alla Russia di continuare a esportare petrolio e gas, insieme ad altre materie prime di importanza strategica, e così di accumulare un vero e proprio tesoro di guerra. Alcuni Paesi europei hanno addirittura aumentato in modo significativo le importazioni di GNL dalla Russia dall’inizio della guerra. Altri, come l’Austria, coprono oltre il 90% delle loro importazioni con il gas naturale proveniente dalla Russia. I governi di questi Paesi stanno di fatto obbligando i consumatori di gas a finanziare la guerra di Putin contro la popolazione ucraina.
Il governo svizzero, che ospita la conferenza di pace, non solo ha concesso agevolazioni fiscali agli oligarchi russi per decenni, ma si è anche rifiutato di confiscare su larga scala i beni di questi oligarchi dall’inizio dell’invasione russa. In quanto importante centro di commercio internazionale di materie prime, la Svizzera ha offerto per molti anni al capitale russo eccellenti opportunità per realizzare profitti. Molti politici borghesi hanno accolto volentieri queste imprese in Svizzera. Attraverso la vendita di prodotti a duplice uso, la Svizzera contribuisce a equipaggiare la macchina da guerra russa. Infine, il settore finanziario svizzero facilita il commercio del petrolio russo.

Sia negli Stati Uniti che in Europa, cresce il numero dei sostenitori provenienti dall’establishment politico ed economico che vogliono vincolare il loro sostegno all’Ucraina a determinate condizioni. L’obiettivo è fare pressione sull’Ucraina affinché ceda al regime di Putin ampi territori e diversi milioni di abitanti. Una pace di questo tipo, imposta dalle grandi potenze imperiali, rafforzerebbe il regime di Putin e non permetterebbe di gettare le basi per una ricostruzione democratica duratura dell’Ucraina.
Abbiamo bisogno di una pace che sia basata e sostenuta dagli interessi dei popoli e dei lavoratori e delle lavoratrici in Ucraina e in Russia e sia da loro sostenuta. Tale prospettiva potrà avere successo solo se i sindacati, le organizzazioni femminili, le iniziative ambientaliste e le varie organizzazioni della società civile sia ucraina che russa potranno avere un ruolo di primo piano nei colloqui di pace.
L’occupazione dell’Ucraina è un crimine! A suggerircelo sono i principi di autoliberazione, emancipazione e autodeterminazione della classe operaia e di tutti i popoli oppressi, al di là delle considerazioni geopolitiche. In questo senso, siamo anche solidali con il popolo palestinese, che da decenni lotta per la propria autodeterminazione. Allo stesso modo, sosteniamo i popoli curdo e armeno e tutti gli altri popoli minacciati dall’occupazione e dall’oppressione nazionale e culturale.
Sulla base della nostra posizione, a sostegno della resistenza ucraina contro l’occupazione russa, vogliamo contribuire allo sviluppo di una prospettiva europea comune per delle riforme socioecologiche radicali e, in ultima analisi, per una trasformazione ecosocialista dell’intero continente europeo sulla base di una solidarietà globale.
Sottoponendo questa dichiarazione alla discussione, vogliamo contribuire a un processo transnazionale di comprensione e chiarimento politico tra le forze di sinistra che condividono queste importanti convinzioni, in Europa e altrove.

12 principi per una pace giusta in Ucraina, all’interno di un’Europa costruita sulla solidarietà e sull’ecologia.

Le organizzazioni firmatarie di questa dichiarazione vogliono promuovere un processo di pace basato sui seguenti 12 principi.
1. La realizzazione di una pace socialmente giusta ed ecologicamente durevole esige il ritiro incondizionato e completo delle forze di occupazione russe dall’Ucraina e il ritorno dell’insieme del territorio ucraino alle sue frontiere internazionalmente riconosciute.
2. La Russia distrugge sistematicamente le città, le infrastrutture e l’ambiente per demoralizzare la popolazione e alimentare una grande ondata di rifugiati. Contro questo terrore quotidiano, esigiamo che i governi «occidentali» sostengano l’Ucraina a livello della protezione della sua popolazione e delle sue infrastrutture contro i bombardamenti e gli attacchi missilistici da parte della forza d’occupazione russa. Siamo favorevoli a un sostegno umanitario, economico e militare massiccio dei paesi ricchi d’Europa a favore dell’Ucraina. La popolazione ucraina ha un bisogno urgente di protezione contro le bombe e i razzi russi.
3. Ci opponiamo ai tentativi dei governi «occidentali», dei rappresentanti della NATO e dell’UE di fare pressione sull’Ucraina affinché faccia concessioni consistenti alla forza occupante russa.
Ci opponiamo all’idea che l’Ucraina debba cedere diversi milioni di persone al regime di Putin. Spetta esclusivamente al popolo ucraino decidere come far fronte a questa situazione atroce di occupazione continua e probabilmente crescente. Sosteniamo la resistenza armata e non armata degli Ucraini contro la forza d’occupazione russa.
4. Chiediamo che tutti i russi che rifiutano il servizio militare ottengano uno statuto di residente permanente nei paesi dell’Europa e dell’America del Nord. Una massiccia diserzione è importante per indebolire la macchina da guerra russa.
5. Sostentiamo la lotta politica dei sindacati ucraini, delle organizzazioni di donne e le iniziative ambientali contro le politiche neoliberali anti-operaie del governo del presidente Volodymyr Zelenskyy. Queste politiche minano la difesa sociale dell’Ucraina contro l’occupazione russa e rendono impossibile una ricostruzione socialmente giusta ed ecologicamente durevole.
6. Siamo solidali con il movimento anti-guerra, con l’opposizione democratica e con le lotte operaie indipendenti in Russia. Siamo anche solidali con le nazionalità oppresse in Russia che soffrono in modo particolare della guerra e che lottano per la loro autodeterminazione. È la loro gioventù a essere usata come carne da cannone dal regime di Putin. Questi movimenti sono un fattore chiave per ottenere una pace giusta e una Russia democratica.
7. La Russia ha imprigionato numerose persone originarie dell’Ucraina in quanto prigionieri politici. Molti sono stati condannati a decenni di prigione e di campi di prigionia. Domandiamo la loro liberazione incondizionata. Esigiamo che la Croce rossa internazionale sia autorizzata a mantenere dei contatti regolari con tutti i prigionieri di guerra. La liberazione dei prigionieri di guerra è una condizione preliminare a qualsiasi pace giusta.
8. La Russia deve pagare i danni al popolo ucraino. Gli oligarchi russi e ucraini devono essere espropriati. I loro beni devono essere messi a disposizione della ricostruzione dell’Ucraina e, dopo la caduta del regime di Putin, dello sviluppo democratico in Russia.
9. Esigiamo che i governi «occidentali» annullino immediatamente i debiti dell’Ucraina. È una condizione essenziale per la ricostruzione sovrana del paese. Gli Stati ricchi d’Europa e dell’America del Nord devono realizzare programmi di sostegno completi ed estesi a favore del popolo ucraino e della ricostruzione del paese. Questa ricostruzione deve avvenire sotto il controllo democratico della popolazione, dei sindacati, delle organizzazioni ecologiste, delle organizzazioni femministe e dei quartieri organizzati nelle città e nei villaggi.
10. Ci opponiamo a qualsiasi progetto dei governi europei e nordamericani, così come delle organizzazioni internazionali, che mirano a imporre un programma economico neoliberale al popolo ucraino. Ciò prolungherebbe e aggraverebbe povertà e sofferenza. Denunciamo anche tutti i tentativi di vendere i beni e gli attivi della popolazione ucraina a società straniere. Il rilancio e la riorganizzazione dell’agricoltura, dell’industria, dei sistemi energetici e di tutta la base sociale devono servire alla trasformazione socio-ecologica dell’Ucraina, e non alla fornitura di manodopera, di cereali e d’idrogeno a buon mercato afavore dei paesi dell’Europa occidentale
11. Un sostegno militare efficace all’Ucraina non necessita di una nuova ondata di armamenti. Ci opponiamo ai programmi di riarmamento della NATO e alle esportazioni di armi verso paesi terzi. Bisogna invece che i paesi d’Europa e dell’America del Nord forniscano, a partire dai loro immensi arsenali, le armi che aiuteranno l’Ucraina a difendersi efficacemente. In questo senso, chiediamo che l’industria degli armamenti non serva gli interessi del profitto capitalista, al contrario vogliamo arrivare alla socializzazione e alla riconversione dell’industria degli armamenti. Questa industria deve servire gli interessi immediati dell’Ucraina. Allo stesso tempo, per ragioni ecologiche e sociali urgenti, sottolineiamo la necessità di convertire democraticamente l’industria degli armamenti in una produzione socialmente utile su scala mondiale.
12. Vogliamo lanciare un dibattito su una riorganizzazione radicale dell’Europa. Vogliamo contribuire allo sviluppo di una prospettiva europea comune per riforme socio-ecologiche radicali e in particolare per una trasformazione ecosocialista fondamentale dell’insieme del continente europeo nel quadro di una solidarietà mondiale. In questo contesto concettuale, sosteniamo la volontà del popolo ucraino di aderire all’UE, benché rifiutiamole basi neoliberali dell’UE che impoveriscono milioni di persone e favoriscono uno sviluppo diseguale in Europa. Consideriamo la prospettiva di un’adesione di diversi paesi dell’Europa dell’Est e del Sud-Est come un’occasione per riflettere insieme su come un cambiamento socio-ecologico così radicale possa essere iniziato in tutta l’Europa, compresa una strategia energetica comune, una conversione industriale ecologica, sistemi pensionistici basati sulla ripartizione, una regolamentazione del lavoro sociale, una politica migratoria solidale, una politica di compensazione finanziaria interregionali e una sicurezza militare che porti alla fuoriuscita dall’industria degli armamenti. Le forze sindacali, femministe, ecologiste, anti-autoritarie e socialiste d’Europa dell’Est dovranno giocare un ruolo importante in questo dibattito.

Questa dichiarazione è stata lanciata congiuntamente da Sotsialnyi Rukh (Movimento sociale) in Ucraina, Posle Media Collective in Russia, Movimento per il Socialismo (MPS/BFS) in Svizzera, solidaritéS in Svizzera, emanzipation – Zeitschrift für ökosozialistische Strategie (DE, AT, CH) e publicato il 4 giugno 2024. Invitiamo tutte le organizzazioni, gruppi, collettivi interessati a diffondere e a firmare questa dichiarazione entro il prossimo 14 giugno.
Vogliate inviare la conferma della vostra adesione a Joao_Woyzeck@proton.me et redaktion@emanzipation.org
Per le firme individuali personali, vogliate firmare qui.

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