Ordunque, che si fa? Vogliamo far scivolare via un anno e saltare direttamente al successivo? Io ne salterei cinque o sei se potessi, magari all’indietro, ma non è questo il punto. Il punto è il listone, solo che per qualche ragione manca l’abbrivo (e pure l’affondo se è per questo), e quando manca l’abbrivo subentra il cazzeggio. La cosa migliore che mi viene da fare è rileggere quello che ho scritto l’anno scorso, fare due conti e buttar giù due note. La prima cosa che salta agli occhi, quasi accecandomi, è che non ho la fretta assassina che avevo allora, di chiudere la porta in faccia all’anno appena concluso; probabilmente è per questo che sono arrivato un po’ lungo. Seconda nota. Non che il 2021 abbia regalato grandi novità (nella vita intendo), ma in un certo senso è stato un anno di accelerazione. «Doveva essere per forza così», direte voi, «dopo la Grande Frenata finalmente si riparte». Un cazzo, dico io. Si riparte per andare dove? Voi lo sapete? Io non ne so niente e mi par sempre di vedere un muro; a volte mi sembra che andiamo dritti a sbatterci la faccia e io sono lì che lo osservo dal divano, altre volte mi vien voglia di tirarlo giù. La mia colonna sonora del 2021 vive in quel limbo, pressata tra il divano e le molotov. Che è come dire che suona molto simile a quella dell’anno precedente. Così sembrerebbe, quantomeno.
C’è di nuovo Moor Mother, per esempio, stavolta con un disco a nome tutto suo, nel quale dirige magistralmente l’orchestra intorno a un suono e a una poetica coerenti e convincenti: Black Encyclopedia of the Air s’intitola l’affare, e così costruiamo (cioè, intendiamoci: lo ha fatto lei) un ponte con le piazze del 2020. È un disco album, va ascoltato così come è stato concepito e spezzettarlo sarebbe criminale. È un disco hip hop, astratto, glitch e sperimentale. Ora che ci penso, forse è la prima volta che faccio entrare un disco hip hop ai piani alti; cioè, è successo altre volte, ma sempre a posteriori. Questa dunque è una novità, evviva. E non è neanche la sola. Ci sono altri dischi «strani» in questa lista, opere che hanno spostato i miei ascolti in territori che non avevo mai frequentato e che, in un modo o nell’altro, hanno segnato il mio 2021 più a fondo di tante altre: Vulture Prince di Arooj Aftab, Cracks di Bendik Giske e Delta Estácio Blues di Juçara Marçal. Uscendo dai confini del nuovo vado a scontrarmi con tre album dal vivo: Fly or Die Live di Jaimie Branch, le Levitation Sessions II degli Osees e Live at the Opera House dei Metz. Infine, fuori da questi due gruppi e assolutamente fuori gara (perché troppo bello), c’è HEY WHAT dei Low, che insieme a quello di Moor Mother è il disco che ho ascoltato di più e che con quello, curiosamente, condivide qualcosa a livello musicale.
E qui mi sorge spontanea una domanda: sarà questo un suono in grado di rappresentare musicalmente l’anno appena trascorso? Cioè, fra dieci anni per dire, ce lo ricorderemo così il suono del 2021, come un fiume carsico di glitch e astrattezza che attraversa i generi? Una tecnologia mal funzionante che fa solo rumore e che tentiamo di dominare con la melodia, la poesia e l’impegno? Potrebbe avere un senso, o anche nessun senso; a volte mi pare solo una grande sbornia finita male, con il sottoscritto che si risveglia disorientato e dolorante sul pavimento ghiacciato. E se fosse Adele il suono del 2021? Non ridete, il suo 30 è il disco più venduto dell’anno. Non lo so, non credo di volerlo sapere ora, quello che so è che ho finito di cazzeggiare, ecco il listone.
(al solito, i link rimandano alle classifiche che mi hanno fatto scoprire dischi che non avevo intercettato prima. Anche quello di Backxwash l’ho trovato in una classifica di fine anno, ma non riesco a ricordare quale :-/. Ringrazio poi per i preziosi consigli tre utenti del fediverso: void per Iosonouncane, kossovoo per Darkside e enverdemichelis per Maurice Louca)
I migliori album del 2021
a/lpaca – Make It Better [We Were Never Being Boring/ Sulatron/ Sour Grapes]
Arooj Aftab – Vulture Prince [New Amsterdam]
Bendik Giske – Cracks [Smalltown Supersound]
Black Country, New Road – For the First Time [Ninja Tune]
Converge & Chelsea Wolfe – Blooodmoon: 1 [Epitaph / Deathwish]
Deerhoof – Actually, You Can [Joyful Noise]
Draken – Draken [Mejestic Mountain]
Dry Cleaning – New Long Leg [4AD]
Every Time I Die – Radical [Epitaph]
Godspeed You! Black Emperor – G_d’s Pee AT STATE’S END! [Constellation]
Iosonouncane – IRA [Edizioni Numero Uno / Trovarobato / Sony]
Jaimie Branch – Fly or Die Live [International Anthem]
Juçara Marçal – Delta Estácio Blues [Quintavant]
Low – HEY WHAT [Sub Pop]
Marissa Nadler – The Path of the Clouds [Sacred Bones]
Moor Mother – Black Encyclopedia of the Air [Anti-]
Part Chimp – Drool [Wrong Speed]
Sons of Kemet – Black to the Future [Impulse!]
The Armed – Ultrapop [Sargent House]
Tropical Fuck Storm – Deep States [Joyful Noise]
Altri album molto belli
10,000 Russos – Superinertia [Fuzz Club]
Backxwash – I Lie Here Buried With My Rings and My Dresses [Uglyhag]
Blak Saagan – Se ci fosse la luce sarebbe bellissimo [Maple Death]
Bummer – Dead Horse [Thrill Jockey]
Christian Fitness – Hip Gone Gunslingers [autoprodotto]
Clamm – Beseech Me [autoprodotto]
Damon Locks Black Monument Ensemble – NOW [International Anthem]
Darkside – Spiral [Matador]
Dinosaur Jr. – Sweep it into Space [Jagjaguwar]
Eleventh Dream Day – Since Grazed [Comedy Minus One]
Emma Ruth Rundle – Engine of Hell [Sargent House]
Endless Boogie – Admonitions [No Quarter]
FACS – Present Tense [Trouble in Mind]
GG King – Remain Intact [Total Punk]
Gnod – La Mort du sens [Rocket]
Greenleaf – Echoes from a Mass [Napalm]
Guided by Voices – Earth Man Blues [Guided by Voices]
Idles – Crawler [Partisan]
Ill Considered – Liminal Space [New Soil]
Irreversible Entanglements – Open the Gates [International Anthem]
Jackson Reid Briggs & The Heaters – Waiting on a Corner [Legless]
King Gizzard and the Lizard Wizard – L.W. [Flightless / KGLW]
Kiwi Jr. – Cooler Returns [Sub Pop]
Leopardo – Malcantone [Feel It / SDZ / Le Pop Club]
Matt Sweeney & Bonnie “Prince” Billy – Superwolves [Drag City]
Matthew E. White & Lonnie Holley – Broken Mirror: A Selfie Reflection [Spacebomb]
Meat Wave – Volcano Park EP [autoprodotto]
Nightshift – Zöe [Trouble in Mind]
Osees – Levitation Sessions II [The Reverberation Appreciation Society]
Robots of the Ancient World – Mystic Goddess [Small Stone]
Senyawa – Alkisah [School of the Arts, ecc.]
Snapped Ankles – Forest of Your Problems [Leaf]
Springtime – Springtime [Joyful Noise]
Sunnata – Burning in Heaven, Melting on Earth [autoprodotto]
Teke Teke – Shirushi [Kill Rock Stars]
The Body – I’ve Seen All I Need To See [Thrill Jockey]
The Weather Station – Ignorance [Fat Possum]
Tomaga – Intimate Immensity [Hands in the Dark]
X’ed Out – We All Do Wrong [Human Worth]
موريس لوقا Maurice Louca – Saet El Hazz (The Luck Hour) [Northern Spy]
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