La diffusione dei quotidiani ad aprile 2024

Ricopio qui l’analisi sulla diffusione dei quotidiani nel mese di aprile 2024 rispetto allo stesso mese del 2023 pubblicata nell’ultimo numero della newsletter Charlie, del «Post.it» [ci si iscrive qui]

Sono stati pubblicati i dati Ads [Accertamenti diffusione stampa] di diffusione dei quotidiani nel mese di aprile 2024. Come ogni mese, selezioniamo e aggreghiamo tra le varie voci il dato più significativo e più paragonabile rispetto alla generica «diffusione» totale: quindi escludendo i dati sulle copie distribuite gratuitamente, su quelle vendute a un prezzo scontato oltre il 70% e su quelle acquistate da «terzi» (aziende, istituzioni, alberghi, eccetera). Il dato è così meno «dopato» e più indicativo della scelta attiva dei singoli lettori di acquistare e di pagare il giornale, cartaceo o digitale (anche se questi dati possono comunque comprendere le copie acquistate insieme ai quotidiani locali con cui alcune testate nazionali fanno accordi, e che Ads non indica come distinte). Più sotto citiamo poi i dati della diffusione totale, quella in cui invece entra tutto. Tra parentesi la differenza rispetto a un anno fa.

Corriere della Sera 166.228 (-6%)
Repubblica 88.664 (-12%)
Stampa 62.785 (-15%)

Sole 24 Ore 53.091 (-9%)
Resto del Carlino 50.388 (-11%)
Messaggero 44.759 (-9%)
Nazione 32.980 (-13%)
Gazzettino 32.877 (-7%)
Dolomiten 26.960 (-7%)
Fatto 26.517 (-35%)
Giornale 26.391 (-5%)
Messaggero Veneto 23.726 (-12%)
Unione Sarda 22.224 (-5%)
Eco di Bergamo 21.231 (-9%)
Verità 21.201 (-17%)
Secolo XIX 19.902 (-14%)

Altri giornali nazionali:
Libero 17.960 (-17%)
Avvenire 14.668 (-6%)
Manifesto 13.283 (+15%)
ItaliaOggi 5.445 (-35%)

(il Foglio Domani non sono certificati da Ads).

Tutte le testate hanno come di consueto perso copie rispetto al mese precedente (salvo il notevole caso del «Manifesto», che è in controtendenza da diversi mesi).
La grossa perdita annuale del «Fatto» si deve ancora – e sarà così per diversi mesi – a un aumento del prezzo del quotidiano in edicola quattro mesi prima che ha automaticamente determinato un aumento del numero di abbonamenti digitali con uno sconto «maggiore del 70%» (oltre 24.000), classificati quindi al di fuori di questi numeri (Ads divide in tre categorie gli abbonamenti digitali: quelli di fatto gratuiti, venduti a meno del 10% del prezzo del giornale; quelli «scontatissimi», tra il 10% e il 30%; quelli ritenuti più sostanzialmente «venduti», a un prezzo superiore al 30%). È utile ricordare che le offerte scontate sono una strategia che mira appunto a coinvolgere più abbonati per cercare poi di trattenerli quando le offerte scadono e i prezzi degli abbonamenti aumentano.
Continuano a perdere molto più di tutti «La Verità» e «Libero», ma anche i quotidiani dei gruppi Gedi e Riffeser («La Repubblica» e «La Stampa»; «Il Resto del Carlino» e «La Nazione») mantengono cali annuali superiori al 10%.

Se guardiamo i soli abbonamenti alle edizioni digitali – che dovrebbero essere «la direzione del futuro», non essendolo ancora del presente – l’ordine delle testate è questo (sono qui esclusi gli abbonamenti venduti a meno del 30% del prezzo ufficiale, che per molte testate raggiungono numeri equivalenti o persino maggiori: «Il Corriere» ne dichiara più di 37.000, «Il Sole 24 Ore» più di 33.000, «Il Fatto» più di 24.000, come detto sopra, «La Repubblica» più di 15.000). Tra parentesi gli abbonamenti guadagnati o persi questo mese.
Corriere della Sera 46.849 (-32)
Sole 24 Ore 22.637 (-203)
Repubblica 21.682 (-294)
Stampa 6.917 (-251)
Manifesto 6.813 (+128)
Fatto 6.382 (+46)
Gazzettino 6.162 (-130)

Tornando alle vendite individuali complessive – carta e digitale – tra gli altri quotidiani locali le perdite maggiori rispetto a un anno fa sono ancora soprattutto del «Tirreno» (-18%); e poi di nuovo del «Giornale di Vicenza» (-17%) e dell’«Arena» (-17%), entrambi del gruppo Athesis. Ha perso ancora il 32% «La Provincia» di Como, ne scrivemmo.

Quanto invece al risultato totale della «diffusione», ricordiamo che è un dato (fornito anche questo dalle testate e verificato a campione da Ads) che aggrega le copie dei giornali che raggiungono i lettori in modi molto diversi, grossomodo divisibili in queste categorie:
– copie pagate, o scontate, o gratuite;
– copie in abbonamento, o in vendita singola;
– copie cartacee, o digitali;
– copie acquistate da singoli lettori, o da terzi (aziende, istituzioni, organizzazioni) in quantità maggiori.

Il totale di questi numeri di diversa natura dà delle cifre complessive di valore un po’ grossolano, mostrate nei pratici e chiari schemi di sintesi che pubblica il giornale specializzato «Prima Comunicazione», e che trovate qui.

(«Avvenire», «Il Manifesto», «Libero», «Dolomiten» e «ItaliaOggi» sono tra i quotidiani che ricevono contributi pubblici diretti, i quali costituiscono naturalmente un vantaggio rispetto alle altre testate concorrenti).

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