Chiediamo ai sindaci trasparenza sui beni confiscati alle mafie nell’Alto Lazio

Non sono un grande fan delle petizioni. Il più delle volte servono solo a dare l’impressione di aver fatto qualcosa e a comunicare il proprio «impegno» al mondo, mentre continuiamo a far da carne pubblicitaria per gli interessi del grande capitale (= Meta/Facebook) e sprechiamo tempo (sul serio: quanto volte vi è capitato di constatare che una petizione avesse raggiunto l’obiettivo?).

Nella fattispecie però la questione è un po’ diversa, perché su questo territorio, la Tuscia viterbese, non si muove veramente una foglia. O meglio, la foglia la muovi, ma devi fare uno sforzo enorme e mancano pure i mezzi di comunicazione (indipendenti) per far giungere le notizie (a meno che tu non voglia usare un servizio di Meta, e io non voglio).

(ho come l’impressione di averla già scritta altrove questa cosa delle petizioni, nel caso scusatemi)

E dunque c’è bisogno anche di questo, per agitare un po’ le acque.


L’Alto Lazio è terra di investimenti per la criminalità organizzata. Grazie all’opera della magistratura e delle forze dell’ordine, però, molti beni frutto di reati sono stati confiscati e, in seguito, assegnati dall’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati ai seguenti Comuni: Fabrica, Gallese, Montefiascone, Nepi, Soriano nel Cimino, Tarquinia, Viterbo.

In attuazione del comma 3 art. 48 del Codice antimafia, chiediamo ai sindaci che vengano pubblicati nei siti dei rispettivi comuni gli elenchi dei beni confiscati alle mafie loro assegnati e che questi vengano restituiti alla collettività, rispettando le tempistiche e le norme previste e garantendo la partecipazione democratica dei cittadini attraverso un’informazione puntuale e trasparente.

 Il Coordinamento civico contro le mafie nell’Alto Lazio ti chiede di sottoscrivere il seguente documento, per dare più forza alla richiesta di trasparenza sui beni confiscati; da parte nostra, ci impegniamo a pubblicare ciò che riceveremo in risposta (e a segnalare le mancate risposte) per permettere un controllo pubblico di tutte le procedure.

Questo il testo completo:

AL SINDACO DEL COMUNE DI FABRICA

AL SINDACO DEL COMUNE DI GALLESE

AL SINDACO DEL COMUNE DI MONTEFIASCONE

AL SINDACO DEL COMUNE DI NEPI

AL SINDACO DEL COMUNE DI SORIANO NEL CIMINO

AL SINDACO DEL COMUNE DI TARQUINIA

AL SINDACO DEL COMUNE DI VITERBO

 e per opportuna conoscenza: AL PREFETTO DI VITERBO

Il COORDINAMENTO CIVICO CONTRO LE MAFIE NELL’ALTO LAZIO, unitamente alle associazioni e ai cittadini sottoscritti,

preso atto che l’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ha assegnato a codesto Comune beni immobili per usi sociali o istituzionali;

considerato quanto dispone l’art. 48 del D.L. 159/2011 (Codice antimafia) relativamente alla destinazione dei beni, e in particolare il comma 3 punto c), che prescrive all’Ente territoriale di osservare criteri di trasparenza  e una precisa tempistica entro la quale procedere all’assegnazione dei beni;

tenuto conto che la comunità civile ha necessità e bisogni di ordine sociale, culturale, assistenziale che potrebbero trovare risposta nell’utilizzo dei beni confiscati alle mafie;

vista anche la necessità di valorizzare il patrimonio pubblico, di promuovere lo sviluppo economico e sociale, di contrastare l’influenza della criminalità organizzata sul territorio rafforzando il senso di legalità tra i cittadini;

in considerazione del fatto che, a quanto risulta dalle cronache pubbliche, solo il comune di Nepi finora ha messo a bando e affidato i beni insistenti sul suo territorio, che attualmente costituiscono la fattoria Crocevia, utilizzata per molteplici scopi sociali;

CHIEDE

che si dia scrupolosa attuazione a quanto stabilito dal suddetto comma 3 art. 48 del Codice antimafia, in particolare:

  1. sia garantita la massima trasparenza, tramite pubblicazione nel sito internet istituzionale, sulla consistenza dei beni affidati al Comune;
  2. si proceda sollecitamente a compiere gli atti previsti dal suddetto comma, in ordine all’assegnazione dei beni a fini sociali;
  3. si dia informazione pubblica ed esauriente sulle intenzioni che ha l’amministrazione relativamente all’utilizzo di detti beni o, viceversa, sui motivi che ostacolano (o finora hanno impedito) la realizzazione dei progetti;
  4. si favorisca la partecipazione democratica dei cittadini, tramite consigli comunali aperti, conferenze dei servizi e adozione di regolamenti che prevedano la consultazione e il coinvolgimento della popolazione.

Il coordinamento provvederà a rendere pubbliche sia le risposte che perverranno a queste richieste che l’assenza di risposte, a garanzia del diritto dei cittadini a essere informati e consapevoli su un tema così rilevante per la comunità e il territorio.  

In attesa di un suo cortese e celere riscontro, porgiamo cordiali saluti

Coordinamento civico 

controlemafie.altolazio@gmail.com

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