Praticamente è scritto quasi tutto nel titolo, «Vice» me spiccia casa. Ho ripreso a collaborare con In Your Eyes dopo una pausa lunga sei anni, ed è una cosa che mi rende molto felice e stranamente giovane e gagliardo.
È da un po’ di tempo che pensavo e ripensavo che mi sarebbe piaciuto tornare a scrivere di musica, ma non mi andava per niente di farlo da solo, perché basta con le imprese solitarie e anche perché questo blog ormai è un’altra cosa e mi piace così: governato dal caso e da tempi dilatati. Volendo farlo in un contesto collettivo, In Your Eyes era ed è sicuramente il posto migliore, per via del gruppo che c’è dietro e di una certa necessaria attitudine fanzinara; così quando a inizio settembre mi hanno proposto di scrivere ho sùbito accettato.
Ho ripreso a collaborare con loro scrivendo la recensione di un disco che mi è piaciuto un casino e che probabilmente sarà il mio disco dell’anno, e cioè Most Normal della Gilla Band (ex Girl Band).
La cosa che più colpisce all’ascolto di Most Normal è la visione musicale, gigantesca, che proietta di diritto la Gilla Band (ex Girl Band) nel gotha dei rumoristi.
Inizia così e prosegue QUI, con nota polemica sul finale.
Di qui in avanti darò in pasto al blog i link degli articoli che scriverò per In Your Eyes, ma lo farò a modo suo – suo di acque agitate intendo -, e cioè con grande flemma, senza spammare, magari aggregandone diversi in unico post – sì, probabilmente farò così. Per ora comunque può bastare, passo e chiudo lasciandovi con Backwash. Pezzone.