Il listone: i migliori album del 2023

Non ho idea di cosa sia successo, musicalmente parlando, nel 2023. No davvero. Ci vorrebbe una manciata di teste pensanti per tirar fuori qualcosa che assomigli anche solo vagamente a una narrazione coerente dell’evoluzione musicale. Potrei forse azzardare una sorta di fotografia dello stato di «immerdificazione» del mercato discografico (ben esemplificato, per quanto a me interessa, dalla nuova vendita di bandcamp con licenziamenti di contorno), ma andrei fuori dal seminato. Il seminato sono i miei ascolti e come evolvono nel tempo, ed è di questi che voglio parlare, senza far finta che rappresentino qualcosa da un punto di vista collettivo.

Di questi solchi, dei semi che vi pianto e delle piante che vi crescono, posso dire di avere un’idea più completa di quella che avevo negli anni passati. Ne so di più grazie a una certa premeditazione (cioè a scelte deliberate), che sempre di più informa ciò che ascolto: è un tentativo di navigare fermo attraverso la sovrapproduzione discografica e la sua linea temporale dove tutto è compresente (il passato che ritorna insistente, guidato dalla smania dell’industria di incassare e far profitti svuotando i conti in banca del pubblico adulto e benestante; il presente che sgomita per farsi notare; il futuro che non cogliamo più); è un tentativo di schivare il clamore e di attraversare il discorso dominante in autonomia per puntare dritto alla goduria, al divertimento e all’approfondimento; è un tentativo di decolonizzare, colorare, femminilizzare la mia discoteca (nel senso di togliere il bianco e il maschio in eccesso). Ne so di più anche grazie a ListenBrainz (grazie a @leonardo per la dritta), che da gennaio 2023 registra ciò che ascolto al PC con Strawberry Music Player e mi restituisce in cambio le statistiche. Ed è proprio su queste che voglio spendere due parole quest’anno (non sarà sempre così, promesso, ma devo assolutamente finire il giochino).

Questi sono gli album che ho ascoltato di più nel corso del 2023. Resta fuori tutto ciò che ho ascoltato in macchina, sul cellulare (pochissimo), o nello stereo di casa mentre mi facevo divorare dal divano, ma comunque la griglia qui sotto è, con buona approssimazione, la rappresentazione di ciò che più ho ascoltato di nuovo nel 2023: le novità sono padrone del PC, un po’ meno dello stereo e passano in minoranza in macchina, è la regola.

Questo è l’elenco, da sinistra a destra e dall’alto in basso:

Algiers – Shook
boygenius – The Record
Kara Jackson – Why Does the Earth Give Us People to Love?
Spitting Image – Full Sun
Moby Grape – Moby Grape [1967]
dEUS – How to Replace It
Protomartyr – Formal Growth in the Desert
The Gaslamp Killer & The Heliocentrics – Legna
bar italia – Tracey Denim
jaimie branch – Fly or Die Fly or Die Fly or Die ((World War))
billy woods & Kenny Segal – Maps
Anna B Savage – in|FLUX
Blonde Redhead – Sit Down for Dinner
Lonnie Holley – Oh Me Oh My
Belly – Star [1993]
Shana Cleveland – Manzanita

Una statistica per me importante è il mappamondo degli artisti. Gli anglosassoni la fanno da padroni, è sempre stato così per me, ma ci sono altre zone del mondo che si fanno (faticosamente) avanti, e questa è una conseguenza di scelte precise mie da un lato (l’impegno ad ascoltare cose che vengono pubblicate alla periferia dell’«impero discografico»), e banalmente dell’internet e del sempre più facile accesso alle fonti dall’altro. C’è spazio per allargare gli orizzonti, ma parecchio, e questo mi pare un buon proposito per l’anno che è appena iniziato.

I «vincitori» sono i quattordici che vedete in cima e quest’anno, per la prima volta, non voglio citarne nessuno in particolare: che parli la lista. Un’ultima cosa però la devo aggiungere: il fediverso è diventato nel corso degli anni un luogo di consigli musicali impagabili, ed è una cosa fantastica per uno che veniva da twitter, infestato da anniversari di dischi storici e da compleanni di artisti morti. Quest’anno devo ringraziare in particolare @Watchfire per i Model/Actriz, @d10c4n3@nebbia.fail per i Mandy, Indiana, @kappazeta per i Lankum e @surveyor3 per i Turin Horse. E tutto questo giusto per smentire ciò che scrivevo in apertura perché, per definizione, il passaparola contribuisce a costruire la dimensione collettiva dell’ascolto. Tesi, antitesi, manca la sintesi ma sticazzi, ecco il listone.

I migliori album del 2023

Algiers – Shook [Matador]
Anna B Savage – in|FLUX [City Slang]
BCUC – Millions of Us [On the Corner]
billy woods & Kenny Segal – Maps [Backwoodz]
Blonde Redhead – Sit Down for Dinner [section1]
boygenius – the record [Interscope]
Fever Ray – Radical Romantics [Rabid]
jaimie branch – Fly or Die Fly or Die Fly or Die ((World War)) [International Anthem]
Kara Jackson – Why Does the Earth Give Us People to Love? [September]
King Gizzard & the Lizard Wizard – PetroDragonic Apocalypse; or, Dawn of Eternal Night: An Annihilation of Planet Earth and the Beginning of Merciless Damnation [KGLW]
Lankum – False Lankum [Rough Trade]
Model/Actriz – Dogsbody [True Panther]
Osees – Intercepted Message [In the Red]
Sprain – The Lamb As Effigy [The Flenser]

Altri album molto belli

Aesop Rock – Integrated Tech Solutions [Rhymesayers]
Aja Monet – When the Poems Do What They Do [drink sum wtr]
Armand Hammer – We Buy Diabetic Test Strips [Fat Possum]
Asher Gamedze – Turbulence and Pulse [International Anthem]
Daniela Pes – Spira [Trovarobato / Tanca]
Danny Brown – Quaranta [Warp]
Dommengang – Wished Eye [Thrill Jockey]
EABS meets Jaubi – In Search of a Better Tomorrow [Astigmatic]
Emma Tricca – Aspirin Sun [Bella Union]
FACS – Still Life in Decay [Trouble in Mind]
Fire! Orchestra – Echoes [Rune Grammofon]
Frankie and the Witch Fingers – Data Doom [The Reverberation Appreciation Society]
Gnod – Live at Roadburn 2022 [Roadburn]
Goat – Levitation Sessions [The Reverberation Appreciation Society]
Hania Rani – Ghosts [Gondwana]
Irreversible Entaglements – Protect Your Light [International Anthem]
Jeff Rosenstock – Hellmode [Polyvinyl / Specialist Subject]
KEN Mode – Void [Artoffact]
Krano – Lentius Profundius Suavius [Maple Death]
Liturgy – 93696 [Thrill Jockey]
Lonnie Holley – Oh Me Oh My [Jagjaguwar]
Mandy, Indiana – i’ve seen a way [Fire Talk]
Marta Del Grandi – Selva [Fire]
Messa – Live at Roadburn [Svart]
ØXN – CYRM [Claddagh]
Pigs Pigs Pigs Pigs Pigs Pigs Pigs – Land of Sleeper [Rocket]
PJ Harvey – I Inside the Old Year Dying [Partisan]
Protomartyr – Formal Growth in the Desert [Domino]
Spiritual Cramp – ST [Blue Grape Music]
Spitting Image – Full Sun [Slovenly]
TEKE::TEKE – Hagata [Kill Rock Stars]
The End – Why Do You Mourn [Trost]
The Gaslamp Killer meets The Heliocentrics – Legna [Cuss]
The Necks – Travel [Northern Spy]
The Turin Horse – Unsavory Impurities [Invisible Order]
Wednesday – Rat Saw Good [Dead Oceans]
Wilco – Cousin [dBpm]
Witch – Zango [Partisan]
Yo La Tengo – This Stupid World [Matador]

3 pensieri riguardo “Il listone: i migliori album del 2023

  1. @acqueagitate.home.blog

    Il mio anno a quanto pare è stato abbastanza caotico, un po' art pop, un po' emo, a tratti ambient, tamarro e techno, e pure rock e jazz. Ho consumato le orecchie su Yves Tumor, e Nils Frahm non appare per primo solo perché per ascoltarlo tutto ci si mette un pomeriggio intero. Robe vecchie e robe nuove, i Metz nel primo gruppo per pedalare via dall'ufficio più veloce, Deerhoof nel secondo per un colpo mattissimo di acquisto in blocco. Obbligatori i Low (che dal vivo non abbiam potuto) e Bon Iver (che invece in Italia è passato). Caterina Barbieri e Indian Wells, che te lo dico a fare.

    @Watchfire @d10c4n3 @kappazeta @surveyor3

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    1. È stato un buon anno a quanto pare, @leonardo

      Parecchie delle cose che nomini o che vedo nell’immagine non le ho ascoltate o non ho proprio idea di cosa siano, ma grazie di averli elencati nella descrizione dell’immagine, piano piano mi metto a recuperare. Quello di Caterina Barbieri che vedo nella griglia mi è piaciuto molto, il successivo un po’ meno. Bella mossa quella dell’acquisto in blocco dei Deerhoof 🙂

      Ma invece come posso seguirti su ListenBrainz? Chi sei?

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