BOAK: Solidarietà internazionale in pratica – sabotaggio della macchina da guerra del regime israeliano.

Pubblico qui in traduzione italiana il comunicato dell’Organizzazione di combattimento degli anarco-comunisti (BOAK) in solidarietà con il popolo palestinese, che è anche una rassegna delle iniziative di solidarietà internazionalista che sono state messe in campo per bloccare la macchina da guerra israeliana.

In diversi paesi sono in corso azioni piuttosto massicce per sabotare la sanguinosa «operazione speciale» dello stato israeliano in Palestina. Queste espressioni di solidarietà mantengono viva la speranza che i popoli oppressi di tutto il mondo possano un giorno organizzarsi contro i regimi statali che uccidono le persone e distruggono tutto ciò che è vivo per consolidare il loro dominio. Il modo in cui la solidarietà su scala globale si sta trasformando in azione è l’oggetto di questa piccola e tutt’altro che completa rassegna di notizie.

I compagni del collettivo «CrimethInc.» riferiscono delle azioni in corso contro la Amazon Corporation negli Stati Uniti. In diverse città e paesi si sono verificati blocchi delle strutture di proprietà della società, che collabora con il regime israeliano. Tra le altre cose, CrimethInc. pubblica un rapporto sul blocco del centro logistico di Amazon a Lacey:

«Domenica pomeriggio, oltre cinquanta persone si sono riunite a Lacey, nel WA, per bloccare il centro logistico di Amazon e fermare il flusso di camion. Amazon è la base tecnologica del regime di apartheid israeliano — è titolare di contratti multimiliardari che forniscono servizi di rete e server allo Stato israeliano, alla sua polizia e ai suoi militari. L’infrastruttura che Amazon fornisce permette loro di commisurare, raccogliere, analizzare e archiviare i dati di cui hanno bisogno per espandere gli insediamenti illegali e opprimere il popolo palestinese».

The Anarchist Voice | La Voĉo de Anarkiistoj, citando il giornale anarchico britannico «Freedom», riferisce di azioni di solidarietà con il popolo palestinese in Inghilterra:

«Più di 1.000 lavoratori (medici, insegnanti, albergatori, artisti, ecc.) e sindacalisti sotto lo slogan «Workers for a Free Palestine» hanno bloccato quattro fabbriche di armi in Inghilterra e Scozia. Più di 600 attivisti hanno fatto chiudere una fabbrica di armi a Bournemouth, e altre centinaia hanno fatto chiudere fabbriche di armi a Brighton, nel Lancashire e a Glasgow che producono componenti per l’aereo stealth F-35, il caccia più avanzato del mondo, che Israele usa per bombardare Gaza».

Già oggi, gli anarchici di «Freedom» hanno riferito che gli operatori sanitari in Inghilterra hanno bloccato l’ufficio della società di software Palatir a causa dei suoi legami con i servizi segreti israeliani e di altre nazioni. Come dichiarato dagli stessi partecipanti al blocco, queste azioni erano in risposta a un appello degli operatori sanitari palestinesi che sono testimoni e vittime degli attacchi israeliani agli ospedali. Sempre ieri, 21 dicembre, si è svolta una giornata internazionale di azione contro l’azienda militare israeliana Elbit Systems. Gli uffici dell’azienda sono stati oggetto di blocchi e atti di sabotaggio negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Brasile, Canada, Belgio e Svezia.

È da notare che i collettivi «CrimethInc.» e «Freedom» hanno coperto e stanno coprendo la partecipazione degli anarchici alla resistenza all’invasione dell’Ucraina da parte di Putin e agli attacchi di guerriglia in Bielorussia e Russia. In particolare, «Freedom» ha pubblicato un messaggio postumo tradotto in inglese del nostro compagno caduto Dmitri Petrov e una traduzione in inglese della sua intervista a DOXA, e CrimethInc. la sua biografia In memoria di Dima Petrov. La solidarietà di questi collettivi con la Palestina è una posizione rivoluzionaria coerente per opporsi con forza agli omicidi di massa, all’oppressione e al desiderio dei governanti brutali di spadroneggiare sugli altri.

Per riassumere questo notiziario, notiamo che quanto scritto qui non è solo un metodo di informazione, ma un invito all’azione. Molti anarchici sono in esilio forzato. Partecipare a una campagna di solidarietà con il popolo palestinese è un buon punto di partenza. Stabilite contatti con iniziative locali e tra di voi (tenendo presente la sicurezza), possiamo ancora usare tutto questo nella nostra lotta.

Il post ha scatenato polemiche e BOAK è stata accusata di sostenere metodi e obiettivi di Hamas. Loro hanno risposto così.

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